Life on Mars – Groove Garden
℗ 2015 Birdland Sounds
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Sono queste le domande più frequenti che, fuori da ogni intenzione filosofico-esistenzialista, ci si pone quando si fanno i conti con l’inaggirabile ed impagabile esigenza di ricerca propria dell’ambito musicale. L’altrettanto ineliminabile – talvolta ossessiva – volontà di emergere, primeggiare e distinguersi all’interno del pianeta Jazz, spesso conduce la ricerca attraverso la rottura, la decostruzione, l’opposizione, verso il miraggio di un sempre nuovo ed inaudito inizio. Ma è possibile un’altra strada di ricerca?
Da questi interrogativi nasce l’idea del progetto “Life on Mars”, metafora di una ricerca verso un novum che sia però al tempo stesso prosecuzione e continuità: riuscire ad unire, senza stravolgere, elementi eterogenei, tracciando un solco “familiare” in un terreno per così dire “alieno”.
Fuor di metafora: “Life on Mars” vuole proporsi come elaborazione pratica di un groove-jazz in grado di veicolare ogni solismo in un avvolgente e coinvolgente propulsione ritmico-melodica, mescolando in modo talvolta non convenzionale elementi del funk, del latin-jazz e del jazz-rock, cercando terreni nuovi che suonino però come già familiari.
“Life on Mars” nasce all’inizio del 2014 ad Amsterdam, in seno al CvA, dove si incontrano quattro musicisti appartenenti ad aree geografiche ed influenze musicali diverse: Bruno Calvo Anillo (tromba), Xavi Torres Vicente (piano), Giuseppe Vitale (basso elettrico), Joan Terol Amigó (batteria).
La ricerca di sonorità più elettriche spinge i musicisti verso l’Italia, che ampliano l’organico di Life on Mars con il chitarrista e compositore trevigiano Attilio Pisarri, cui vengono affidate la composizione e l’arrangiamento dei brani, il cui obiettivo è offrire e mantenere quella spontaneità e freschezza normalmente caratteristiche solo di un primo, iniziale incontro; a completare la formazione, come ospite, la partecipazione energica e visionaria del sax alto di Mattia Dalla Pozza.
Il lavoro si concretizza così nella espressione in un fresh-sound dal taglio manifestatamente easy-listening, proponibile ad un pubblico assai ampio, proveniente anche da ambiti extra-jazzistici ma pur con esso confinanti.
L’immediata efficacia del progetto trova naturale prosecuzione in una tournée italiana e nella registrazione del primo disco, “Groove Garden”, una sorta di concept album che immagina molti modi in cui “solcare” il nuovo terreno: il camminare insieme stabile ed instabile di Groove Garden e Certe volte; il muoversi leggero ed evocativo di A piedi nudi; il giocare – Electric Dog; l’esplorazione – di quell’ignoto che a prima vista appare come illogico, incoerente ed inspiegabile – Schyzophunk; il danzare – Dancin’ on the Sofa; la corsa – Grooveology; il viaggio – Sleepin’ Seat.Contact: lifeonmarsjazz@gmail.com
Da questi interrogativi nasce l’idea del progetto “Life on Mars”, metafora di una ricerca verso un novum che sia però al tempo stesso prosecuzione e continuità: riuscire ad unire, senza stravolgere, elementi eterogenei, tracciando un solco “familiare” in un terreno per così dire “alieno”.
Fuor di metafora: “Life on Mars” vuole proporsi come elaborazione pratica di un groove-jazz in grado di veicolare ogni solismo in un avvolgente e coinvolgente propulsione ritmico-melodica, mescolando in modo talvolta non convenzionale elementi del funk, del latin-jazz e del jazz-rock, cercando terreni nuovi che suonino però come già familiari.
“Life on Mars” nasce all’inizio del 2014 ad Amsterdam, in seno al CvA, dove si incontrano quattro musicisti appartenenti ad aree geografiche ed influenze musicali diverse: Bruno Calvo Anillo (tromba), Xavi Torres Vicente (piano), Giuseppe Vitale (basso elettrico), Joan Terol Amigó (batteria).
La ricerca di sonorità più elettriche spinge i musicisti verso l’Italia, che ampliano l’organico di Life on Mars con il chitarrista e compositore trevigiano Attilio Pisarri, cui vengono affidate la composizione e l’arrangiamento dei brani, il cui obiettivo è offrire e mantenere quella spontaneità e freschezza normalmente caratteristiche solo di un primo, iniziale incontro; a completare la formazione, come ospite, la partecipazione energica e visionaria del sax alto di Mattia Dalla Pozza.
Il lavoro si concretizza così nella espressione in un fresh-sound dal taglio manifestatamente easy-listening, proponibile ad un pubblico assai ampio, proveniente anche da ambiti extra-jazzistici ma pur con esso confinanti.
L’immediata efficacia del progetto trova naturale prosecuzione in una tournée italiana e nella registrazione del primo disco, “Groove Garden”, una sorta di concept album che immagina molti modi in cui “solcare” il nuovo terreno: il camminare insieme stabile ed instabile di Groove Garden e Certe volte; il muoversi leggero ed evocativo di A piedi nudi; il giocare – Electric Dog; l’esplorazione – di quell’ignoto che a prima vista appare come illogico, incoerente ed inspiegabile – Schyzophunk; il danzare – Dancin’ on the Sofa; la corsa – Grooveology; il viaggio – Sleepin’ Seat.Contact: lifeonmarsjazz@gmail.com
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